August 30, 2003 – Day of Departure
After much work and many delusions, I never would have believed it was possible to arrive at this point: leaving for field research with a team of students (researchers) in order to pursue my interest of the Italian presence in the West.
Quella mattina, dopo una notte stranamente tranquilla, ero già pronto con tutti i bagagli prima che la macchina di Emiliano Mazzetti, neolaureato e fresco di “Dr.”, arrivasse davanti a casa con i suoi genitori. Luca Di Salvo, l’altro studente che aveva accettato di seguirci, ci avrebbe aspettato all’aeroporto con i suoi genitori.
Emiliano veniva a casa mia a prendere tutta la strumentazione necessaria alla ricerca composta da quattro case (valigie a chiusura ermetica) contenete ogni ben di Dio per la registrazione e memorizzazione di informazioni.
Mentre aspettavo, mi domandavo se sarei stato capace di mantenere il giusto equilibrio di professore e nello stesso tempo, compagno di avventura … un ruolo qualche volta scomodo, ma necessario per la riuscita di una spedizione di ricerca dove, certamente, qualche volta sarebbe nata la necessità di prendere delle responsabilità personali.
Ma … ero abituato a questo tipo di rapporti anche per altre occasioni che avevo avuto nella vita, e poiché erano tutte andate bene, mi sono tranquillizzato nella speranza che i due nuovi amici di avventura intuissero la mia convinzione. (e così è stato).
Arrivano in orario e, dopo aver portato il materiale, ho salutato per la prima volta i genitori di Emiliano; subito dopo è arrivato il mio taxi che mi ha portato all’aeroporto con le mie valige personali.
Ancora ero preoccupato della mia responsabilità nei confronti dei due studenti; cosa sarebbe potuto succedere in un viaggio così lungo che avrebbe toccato ben tre stati del West.
Quando sono arrivato all’aeroporto, mi sono diretto subito al chek-in per essere in tempo per superare eventuali difficoltà per il carico del bagaglio, non poco e anche delicato. Ma quando non ho visto nessuno, le mie preoccupazioni sulle difficoltà che avrei incontrato nel viaggio hanno preso una visione reale. Ho subito telefonato a Emiliano che mi ha assicurato che era già all’aeroporto e che anche Luca era arrivato. Meno male !!!
[...]
Finalmente arrivati a LAX !
Il viaggio non era stato male, avevo potuto dormire un po’ e questo mi avrebbe aiutato per il jet-lag, in agguato dopo qualche ora una volta arrivati a Los Angeles dall’Italia; 9 ore di fuso orario non sono poche.
Dovevo attrezzarmi con una macchina di buon livello, non troppo costosa, ma decisamente comoda e ampia per sopportare un lungo periodo di guida in varie parti del West. Assolutamente sicura e affidabile, non volevo guai, soprattutto nei deserti.
Così ho scelto una macchina che faceva al caso nostro, era simile ad una che avevo già preso in altri viaggi in California; ottima per le autostrade, agile per il traffico cittadino e sicura nelle zone desertiche e isolate.
California –Los Angeles, LAX –
Ho visto Emiliano e Luca un po’ disorientati quando sceglievo il tipo di macchina; in Emiliano vedevo la sua meraviglia di fronte ad una macchina che ci era stata proposta dalla signorina del noleggio auto. Era un po’ grossa, ma certamente utile per il nostro bagaglio. Dopo un po’ di indecisione ho pensato però che questa auto avrebbe consumato troppa benzina e il nostro povero budget non sarebbe stato sufficiente ad alimentare macchina e noi!